Zodd: Alba di Sangue è un romanzo dark fantasy impregnato di orrore cosmico e ultraviolenza che sarà pubblicato nel 2018 in ebook e in edizione cartacea limitata, numerata e firmata dall’autore.
Il protagonista, Zodd, è alto più di due metri, vive di violenza e serve nei Corazzati, un reparto ausiliario dell’Impero Imadiano. In un mondo fatto di orrori, mostri e massacri, si lascerà alle spalle una scia di sangue e arti amputati pur di non arrendersi al suo destino. Oggi su Heroic Fantasy Italia vi proponiamo un’intervista all’autore Gabriele Campagnano, che è anche il fondatore di Zhistorica: Il sito di approfondimento storico n.1 in Italia di recente entrato a far parte dei siti partner del nostro portale.
Gabriele, chi conosce il tuo nome lo associa sicuramente alla ricerca storica, a Zweilawyer e alla tua pagina fb, Zhistorica, dove ormai da anni proponi ai tuoi lettori articoli che fanno la gioia di storici e appassionati. Ora però si parla anche di un progetto fantasy, “Zodd. Alba di sangue”, e di Necrosword, il tuo marchio editoriale. Prima di entrare nel dettaglio, presentaci queste novità.
Gli utenti più fedeli di Zhistorica ricorderanno che il il blog nacque prima dell’avvento di FB e degli altri social. In quel periodo, proponevo sia approfondimenti storici che recensioni di titoli fantasy. Vado particolarmente fiero di essere stato il primo a recensire in Italia autori come Joe Abercrombie ed Eward Lee. Nel 2014 ho deciso che le due anime di Zweilawyer dovevano separarsi, e per qualche tempo, ho dato priorità alla divulgazione storica e alla redazione di articoli e saggi relativi a quell’ambito. Dopo la pubblicazione di due libri, ultimo dei quali “I Padroni dell’Acciaio”, ho ripreso il progetto Zodd, iniziato nel 2010. Creare un nuovo marchio, Necrosword, è stato un passo quasi naturale. In questo senso, è stata fondamentale la collaborazione con uno dei migliori illustratori italiani, Francesco Saverio Ferrara, diventato Art Director di Zhistorica.
Qui su HFI abbiamo già iniziato a tenere d’occhio “Zodd. Alba di sangue”. Un dark fantasy, qualcosa che prende a piene mani dall’horror più puro e da quel fantasy che ha sempre fatto da controaltare alla corrente “tolkeniana”, ma che deve molto anche alla tua formazione, alla reale violenza della Storia e alle tue conoscenze in fatto di armi. Queste per lo meno le mie impressioni… ma quali sono le tue maggiori fonti di ispirazione? Quali i personaggi storici che più di tutti di hanno “stimolato” (domanda che potrebbe risultare inutile per chi ha letto il tuo “I padroni dell’acciaio”)?
Prima di tutto voglio ringraziarvi per esservi interessati al progetto. Come si può ben immaginare dal titolo, una delle maggiori fonti di ispirazione per il personaggio di Zodd è stato Gatsu, protagonista di Berserk, il manga ancora in corso di pubblicazione di Kentaro Miura, seguito a strettissimo giro da Devilman di Go Nagai e da Lobo. Pier Gerlofs Donia, Pregianni de Bidoux e altri guerrieri rinascimentali “extralarge” mi hanno certamente permesso di immaginare in modo più chiaro alcune movenze del protagonista del libro (Zodd per l’appunto).
Leggendo i primi capitoli di “Zodd. Alba di sangue”, disponibili sull’omonima pagina FB, si nota un ritmo frenetico, perfetto per le scene di combattimento che vedono protagonista il gigantesco guerriero; ma anche uno stile asciutto, crudo, che potrebbe ricordare quello di un vero maestro delle scene di lotta, Alan D. Altieri. Parlando per l’appunto di stile, in questo caso quali sono i tuoi modelli?
La sintassi e il vocabolario di Altieri, nonché la sua capacità di creare personaggi ruvidi, sono un termine di paragone impietoso. Parliamo di un peso massimo. Posso solo sperare di raggiungere un centesimo dei suoi risultati. Tra i miei scrittori preferiti posso citare, in ordine sparso, Lovecraft, Howard, Heinlein, Laymon, Lansdale, Edward Lee, Abercrombie. Inizialmente ero un sostenitore di uno “Show Don’t Tell” talebano, mentre ora, forse a causa di una precoce senescenza, ho perso parte dell’estremismo iniziale.
Domanda più antipatica. Da un punto di vista prettamente storiografico, gli appassionati di fantasy, molto spesso, sono di bocca buona. Mi spiego: a loro va benissimo anche che si parli semplicemente di spade, asce e alabarde, non cercano molta precisione storica, non vogliono troppi dettagli. In “Zodd” abbiamo invece azze d’arme, trebbi da guerra e becchi di corvo. Una vera goduria per gli amanti di storia militare, ma non pensi possa risultare troppo “alieno” per tutti quei lettori legati al fantasy più classico, al mondo dei gdr e ai paladini risplendenti nelle loro armature dorate (armatura generica, niente brigantina…)?
I Padroni dell’Acciaio mi hanno insegnato una cosa: mai sottovalutare i potenziali acquirenti. In molti mi assicuravano che non avrei mai venduto 50 o 100 copie di un saggio storico illustrato, mentre io ero sinceramente convinto che ci fosse spazio, nel mercato italiano, per un prodotto del genere. A dire il vero avevo iniziato a scriverlo a prescindere dall’eventuale riscontro del pubblico, ma ora siamo a 700 copie e alla quinta ristampa.
Ora invece una domanda da appassionato di ambientazioni: parlaci di quella che hai creato per Zodd, il periodo storico di riferimento, le eventuali somiglianze con qualche stato o nazione del passato, l’elemento sovrannaturale…
Zodd è ambientato in un mondo in cui trovano posto, per certi versi, istituzioni ed eserciti analoghi a quelli del tardo medioevo. L’Impero di Imadion, l’entità territoriale più ampia, ha però una forte componente romana. Il protagonista è un guerriero brutale, senza alcun rispetto per la vita e sempre pronto a dare la morte. Zodd deve fronteggiare quella che sembra un’invasione di mostri demoniaci, gli intrighi di un potere imperiale corrotto (da chi?) e la sua progressiva mutazione, fisica e mentale, in qualcos’altro. Saranno necessari ettolitri di sangue e giorni di puro orrore perché comprenda cosa gli stia accadendo. Insomma, collegatevi alla pagina Zodd. Alba di Sangue e date un’occhiata ai primi sette capitoli, potrebbero piacervi!
In conclusione: abbiamo senz’altro a che fare con un fantasy maturo, sotto molti aspetti “per adulti”, che non si imbelletta con elementi alla moda e punta tutto sull’originalità e su una personalità propria. È questa la chiave per il successo di un genere che, almeno per il momento, va per la maggiore ma che, forse, si sta fossilizzando in maniera fatale?
Penso che l’ampia diffusione dei libri di Martin e quella, certamente minore, delle opere di M. Lawrance e J. Abercrombie, abbia permesso al genere un’espansione inaspettata anche verso le paludi oscure del dark fantasy. Come ogni genere (o sottogenere), anche quest’ultimo dovrà trovare il modo di rinnovarsi o esplorare nuovi lidi. La letteratura è un po’ come il fluire storico: vive di cicli e alternanze. Se volete un’opinione personale, vedo ottimi margini di miglioramento sia per il dark fantasy che per lo sword & sorcery più tradizionale.
Giuseppe Recchia
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